Che cosa hanno in comune Leonardo da Vinci, Isaac Newton, Ludwig van Beethoven, Ralph Waldo Emerson, Mark Twain, Thomas Edison, Ernest Hemingway e George Lucas?
Oltre ad aver raggiunto l’eccellenza in uno o più ambiti, ognuno di loro portava sempre con sé un piccolo taccuino in cui era solito annotare riflessioni, schizzi e idee.
Il termine “taccuino” (come ricorda anche Luisa Carrada in questo post) deriva dall’arabo taqwim o taquîm che significa “ordinata disposizione”, anche se la maggior parte degli autori citati, e probabilmente anche la maggior parte di noi, tende a scrivere di getto pensieri, osservazioni e intuizioni.
Qualche taccuino famoso
Isaac Newton (matematico e fisico, 1642 – 1727), ad esempio, quando giunse a Cambridge come studente universitario, non seguì le indicazioni dei docenti (che suggerivano di tenere un unico quaderno per gli appunti), e prese l’abitudine di dedicare un taccuino ad ogni materia. Nella parte frontale scriveva nozioni e riflessioni, mentre, dall’altro lato, era solito annotare le idee e, soprattutto, le domande che gli venivano in mente mentre studiava.
Ralph Waldo Emerson (scrittore e saggista, 1803 – 1882) è sicuramente uno dei più prolifici utilizzatori di taccuini. Ne ha scritti 263 inerenti una molteplicità di argomenti e, alla fine, ha dovuto stilare anche un indice (di circa 400 pagine) per rendere accessibile, per sé e per gli altri, la vastissima mole dei suoi scritti. Nei suoi quaderni raccoglieva appunti e bozze per i suoi scritti, citazioni di autori interessanti, note sui libri che stava leggendo, osservazioni sulle persone che incontrava o sui luoghi che visitava, ecc.
Ludwig van Beethoven (compositore e musicista, 1770 – 1827) portava sempre con sé un taccuino, mentre passeggiava per le strade o nelle campagne di Vienna; nella maggior dei ritratti, infatti, viene raffigurato con in mano il suo inseparabile compagno di lavoro. Era convinto che scrivere stimolasse la sua immaginazione e annotava spesso brani di poesie e di racconti che voleva ricordare. Quando aveva un’ispirazione, tratteggiava velocemente l’inizio di una sinfonia e, nelle pagine successive, sperimentava delle variazioni sul tema. Quando la sua ipoacusia degenerò in sordità, il taccuino diventò anche uno strumento per comunicare, per iscritto, con gli amici.
Mark Twain (scrittore e umorista, 1835 – 1910) acquistò il suo primo taccuino nel 1857 quando, sotto la guida di Horace Bixby, stava imparando a condurre i battelli a vapore lungo il fiume Mississippi. Per tutta la vita, poi, ha continuato ad annotare riflessioni sulla religione e sulla politica, osservazioni sulle persone che incontrava, disegni e schizzi di ciò che vedeva nei suoi viaggi, trame per potenziali libri, riempiendo oltre 50 quaderni. Molti di essi contengono, qua e là, quelle frasi brevi, incisive ed umoristiche che lo hanno reso così famoso. Più avanti negli anni usava il suo taccuino come una sorta di diario in cui alternava brevi appunti quotidiani (ciò che faceva, cosa mangiava, chi incontrava), le idee che gli venivano in mente e, talvolta, annotava divertito, dall’altro lato del quaderno, qualche barzelletta un po’ “spinta”.
Thomas Alva Edison (inventore, 1847 – 1931) fin da ragazzo aveva sempre con sé un quaderno in cui registrava osservazioni sui fenomeni naturali, intuizioni e idee, schizzi per nuove invenzioni, risultati degli esperimenti realizzati, ecc. Nel 1888 iniziò un taccuino intitolato “Private Idea Book”, in cui raccolse spunti e idee per delle “curiose” invenzioni future (piano elettrico, seta artificiale, fonografo per bambole, inchiostro per ciechi, ecc.). Quando creò il laboratorio di ricerca Menlo Park suggerì ai suoi collaboratori di prendere l’abitudine di tenere un taccuino per annotare studi ed esperimenti. In quel laboratorio, in circa dieci anni di ricerche, Edison e i suoi colleghi riempirono oltre 2.500 quaderni di circa 250 pagine ognuno.
In tempi più recenti Aristotele Onassis, noto armatore ed imprenditore greco, ammoniva spesso: “Porta sempre con te un taccuino e scrivici tutto. Quando ti viene una nuova idea, scrivila. Quando incontri qualcuno la prima volta, annota tutto quello che sai di lui. In questo modo saprai quanto tempo vale. Quando senti qualcosa di interessante, scrivilo. Scrivere le cose ti permette di agire su di esse. Se non le annoti, le dimenticherai. Questa è la lezione da un milione di dollari che nessuno, nelle scuole di business, ti insegna!”.
Hai pronto il tuo taccuino delle idee?
Come possiamo migliorare la nostra creatività con l’impiego di un taccuino?
Ecco qualche suggerimento utile che ho sperimentato:
– avere sempre con sé un quaderno di carta e una matita (o una penna). Lo so che al giorno d’oggi abbiamo spesso con noi pc portatili, tablet, palmari, ma il gesto di scrivere è un gesto istintivo, “primitivo”, la mano, sulla carta, scorre veloce, senza censure, senza filtri (parlavo dei benefici di scrivere a mano nell’articolo: “Scrivere a mano, Poetry Day e creatività“). Il taccuino di carta, inoltre, ha tanti aspetti positivi: non ha bisogno di corrente elettrica né di batterie, può essere utilizzato dovunque (in aereo, in treno, al mare, in piscina, al parco, ecc.) senza alcun timore …;
– abituarsi a scrivere, appena sorgono, note, riflessioni e, soprattutto, le idee visto che tendono a venirci nei momenti in cui siamo più rilassati (sotto la doccia, mentre nuotiamo, durante il jogging, ecc.);
– dedicare almeno cinque minuti al giorno per fermarsi a riflettere, per sognare ad occhi aperti, per lasciare vagabondare la mente;
– arricchire i propri appunti con schizzi, disegni e simboli per stimolare entrambi gli emisferi ed aggiungere un tocco di colore e di divertimento;
– inserire nel taccuino, di tanto in tanto, foto, ritagli di giornale, biglietti di mostre o di spettacoli teatrali e quant’altro stimoli la nostra curiosità;
– almeno una volta alla settimana riguardare gli appunti, aggiungere note e collegamenti, cercare degli spunti utili per le tematiche che stiamo affrontando;
– almeno una volta a settimana rileggere le idee, individuare quelle più promettenti e trasformarle in progetti creativi da trascrivere nell’agenda di lavoro.
Gary Hamel in “Leader della rivoluzione” afferma che per diventare leader efficaci dobbiamo dedicare il almeno il 20% della giornata pensando a nuove idee per il nostro futuro: tu quanto tempo dedichi?
Leggendo i suoi suggerimenti, mi sono soffermata sulla parte:
“- arricchire i propri appunti con schizzi, disegni e simboli per stimolare entrambi gli emisferi ed aggiungere un tocco di colore e di divertimento;
– inserire nel taccuino, di tanto in tanto, foto, ritagli di giornale, biglietti di mostre o di spettacoli teatrali e quant’altro stimoli la nostra curiosità ”
e ho pensato: “E’ un po’ come i miei vecchi diari della scuola!!” ; in fondo appuntarci le lezioni o i compiti in classe era cosa residuale….per lo più si appuntavano riflessioni, si lasciava scorrere la penna liberamente dando luogo a strani geroglifici e immagini, si appicicavano le foto dei personaggi o di una pubbicità.
Era forse l’espressione di pura creatività adolescenziale che non riusciva ancora a incanalarsi in direzioni precise..??
Penso che sia ancora così ora che si è adulti…..
Ha una direzione la creatività??? Quando nasce si dispiega verso qualcosa in particolare??
Direi di no….spesso è pura energia che va solo “accolta e raccolta per un attimo in un taccuino “! Sarà poi la rilettura e il tempo a definirne una forma precisa…
Trovo particolarmente stimolante questo post sulla utilità dello scrivere taccuini.
Da viaggiatore curioso e scrittore quasi quotidiano di vari taccuini per usi diversi vorrei sollevare la questione della “evaporazione” del messaggio articolato.Gli ultimi e utilissimi sistemi di comunicazione breve (e-mail, twitter, WhatsApp…) e i numerosissimi sistemi di invio di immagini e videoclip hanno indotto le nuove generazioni alla abulia della scrittura.L’informazione è gestita da pochi elementi e le implicazioni e le correlazioni esistenti risultano ignote nonostante wikipedia.
Il numero dei libri letti e acquistati risulta pericolosamente ridotto ma posso dire che dei 101 titoli gratuiti proposti da un e-book noi da forti lettori non abbiamo sentito desiderio di leggerne nessuno.
La percezione della realtà e le attività ad esse connesse ma soprattutto il grado di importanza da attribuire a uomini e cose oggi appare assai distorto e mistificato in assenza di riflessione, ragionamento e di….taccuini di supporto.
Pingback: http://toddmagazine.com
Pingback: Qual è l’ora migliore per avere idee creative? – enerd.it
Pingback: enerd.it