E’ un manager, scrittore, blogger e speaker di successo, a marzo 2012 ha vinto il “Premio città impresa: Fabbricatore di idee”. Sebastiano (www.sebastianozanolli.it) è una persona dinamica, eclettica, capace di tenere in equilibrio riflessione ed azione, efficacia e creatività, produttività e umanità.
Ho deciso di scambiare con lui quattro chiacchiere a proposito di talento e creatività.
Sebastiano sei Direttore Generale, scrittore, blogger, speaker, ma anche marito, padre, amico: come fai ad armonizzare tutto questo (in termini di tempo ed energie)?
E’ una domanda che mi fanno spesso. In verità è una illusione ottica direi. La mia vita professionale è tutta intorno al tema di produrre i risultati attesi. Studio quello che faccio, faccio quello che imparo, parlo di quello che faccio e studio, scrivo di quello che imparo e provo. Insomma, sono abbastanza focalizzato…o monotono. Dipende da chi osserva.
Che cos’è per il te il talento, come si sviluppa?
Il talento è una capacità, che ci si ritrova fin da piccoli magari in forme leggermente diverse, che riesce a farti ottenere risultati riproducibili, migliori della media, facilmente e senza grandi sforzi. Se accompagnata da un adeguato approfondimento, studio, pratica o approfondimento, si sviluppa e ti può portare a livelli decisamente straordinari.
“Il talento non si trova appeso agli alberi” (come ha scritto Donatella Rettore nell’introduzione al tuo ultimo libro): dove suggerisci di andarlo a cercare?
Più che andarlo a cercare direi che bisognerebbe coltivarlo. Tom Rath, nel suo libro Strenght finder, suggerisce una “formula” che trovo interessante: Forza = Talento x Investimento.
Dove forza è la capacità di produrre risultati di qualità in modo costante, talento è una maniera naturale e spontanea di manifestarsi e investimento è la pratica e l’attività di arricchimento della conoscenza sul tema oggetto del talento.
Che cos’è per te la creatività e in quali circostanze le vengono le migliori idee?
Ho due definizioni di creatività che mi piacciono molto.
Connettere informazioni, cose, persone, tecniche fino a quel momento apparentemente disconnesse. Cercare nuovi modi di fare stare bene il prossimo.
La prima è in qualche modo legata a Steve Jobs e l’altra all’architetto Oscar Neimeyer.
Come può aiutarci la creatività a fronteggiare l’attuale crisi? O forse è più opportuno dire a fronteggiare il “nuovo mondo”?
Se è nuovo allora pone dilemmi nuovi per definizione. Se pone dilemmi nuovi servono soluzioni nuove. Se servono soluzioni nuove serve attivare la creatività.
E’ più adeguato chiedersi se non essere creativi sarà possibile. E la risposta è no. Per definizione.
Quali sono, nella sua esperienza, i principali ostacoli nel rendere più innovativo un gruppo, un’azienda o un’organizzazione?
Tralascio glia spetti burocratici e amministrativi che caratterizzano un sistema Paese favorevole all’innovazione, che non sono esattamente il punto forte del nostro di Paese.
Parlo del dentro delle organizzazioni e vi dico la mia personale opinione.
Come dice Jim Collins, il bene è nemico del meglio. Questo è un ostacolo. Se vai bene chi te lo fa fare di innovare. Questo è un ostacolo. L’altro invece è dato dalla naturale attitudine umana alla pigrizia, che si scontra con la voglia di migliorare che distingue chi vorrebbe di più dalla sua esistenza.
Che cos’è che, oggi, potrebbe fare una grande differenza?
Dei leader di respiro, che volino alto e guardino lontano. Se dovessi dare una idea romantica. Per rimanere sul pragmatico direi che un viaggio in Cina, Brasile ed India per tutti i cittadini basterebbe a capire l’importanza di rimboccarsi le maniche e considerarci una comunità di destino in cui tutti devono fare la loro parte.
Quali sono le vie della felicità?
Questa è una domanda per un Guru. E io non lo sono. Io vendo abbigliamento, scrivo manuali e corro a piedi in montagna quando posso. Non ho risposte per domande così alte. A naso direi che serve cercare qualcosa che ti stimola. E che la felicità è nel cercare indizi, se poi trovi, tanto meglio. Ecco direi che una forma di felicità, o meglio di serenità, sta nella consapevolezza che stai facendo qualcosa a cui dai un senso.
Quali accorgimenti suggerisci per “sbloccare” la creatività nei luoghi di lavoro e nella società?
Limitare la paura. La paura è il grande ostacolo alla creatività. Quando c’è paura non si crea. Quando c’è paura o si scappa o ci si prende a pugni.
Che cosa suggeriresti ad un ragazzo/ragazza per realizzarsi personalmente e professionalmente?
Di cercare dei problemi, mettere insieme una soluzione e proporsi. Più i problemi sono difficili, più grandi le soddisfazioni economiche. Più i problemi sono vicini alle proprie corde emotive, più grande la soddisfazione personale.
Grazie Sebastiano,
nel salutarci mi viene in mente una battuta dello scrittore inglese Walter Bagehot: “Un grande divertimento nella vita è fare le cose che gli altri dicono che non puoi fare.“
COMPLIMENTI per aver strappato un’INTERVISTA a SEBASTIANO!
Magari ne raccolgo una anch’io la prossima volta che corriamo insieme …
Ciao Enrico,
grazie per i complimenti, devo ammettere, comunque, che intervistare Sebastiano è stato più facile del previsto 😉