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L’innovazione possibile: intervista a Riccardo Donadon (H-Farm)

H-farm, Riccardo Donadon, innovazioneH-FARM, fondata da Riccardo Donandon nel 2004, rappresenta un elemento innovativo nel panorama economico e sociale italiano. E’ un’impresa un po’ particolare con due “anime”, complementari ed integrate, quella di investitore e quella di incubatore.

Come venture capital raccoglie, valuta e finanzia le idee imprenditoriali che sembrano più promettenti. Come venture incubator (in ambito Web, Digital e New Media) offre un luogo “favorevole” dove le start-up, basate su modelli di business innovativi, possono crescere e svilupparsi grazie ad una serie di servizi amministrativi, finanziari e commerciali.

Ho incontrato Donandon, sempre molto impegnato, per conoscere meglio il suo approccio all’innovazione e raccogliere qualche suggerimento prezioso per chi intende valorizzare la propria creatività.

Donadon, nel 2004, con quattro amici, ha creato H-Farm, che oggi è un Venture Incubator di grande successo: com’è nata l’idea?

Io ho iniziato a lavorare in questo mondo già nel 1995.  Ho avuto la possibilità di creare un mio progetto in seno ad un’azienda del gruppo Benetton: Mall Italy Lab, una delle prime vetrine commerciali italiane, la prima a fare delle transazioni online in Italia nel 1997 in collaborazione con Telepay, della Società Servizi Bancari di Milano.

Nel 1998 lo vendemmo a Infostrada che lo inserì nel portale Libero e io misi in piedi E-TREE, una web agency che in pochi anni diventò la prima realtà italiana, arrivando a oltre 26 miliardi di lire di fatturato con un incredibile marginalità nel giro di soli 4 bilanci.

Eravamo in 160 e rivoluzionammo anche il concetto di spazi di lavoro, rendendoli super confortevoli e introducendo il concetto che è il progetto a determinare gli orari di lavoro e non il contrario. E-TREE fu venduta nel 2000 ed io fui molto fortunato a livello di valorizzazione. Nel 2003 ho lasciato E-TREE perché volevo fare ancora qualcosa di mio e nel 2004 mi sono dedicato al giardinaggio.

Ed è tagliando l’erba e curando il mio giardino che ho pensato che sarei ripartito in mezzo ai campi (H-FARM si affaccia di fronte alla laguna di Venezia, con alle spalle un’immensa azienda agricola di 1000 ettari), cercando di costruire una piattaforma che potesse aiutare i giovani a raccogliere le opportunità straordinarie che questo momento offre a chi ha voglia di fare una propria azienda su Internet.

La vostra azienda è cresciuta velocemente, nel 2006 contava 40 persone, nel 2008 oltre 70 e, soprattutto si è aperta verso l’estero (USA, India, Gran Bretagna): quante persone lavorano, adesso, con voi?

Ora ci sono oltre 200 persone nel campus che vive attorno ad H-FARM a Ca’ Tron e circa 30 persone sono a Seattle nelle startup avviate lì. Stimiamo di arrivare a 500 persone impiegate nelle attività correlate agli investimenti di H-FARM entro il 2015 nell’area di Ca’ Tron.

Come può aiutarci la creatività a fronteggiare l’attuale crisi? O forse è più opportuno dire a fronteggiare la “nuova realtà”?

La creatività è sinonimo di Innovazione. Ed è un terreno, un’attività sulla quale la competizione è solo tra le persone, i loro pensieri, il loro vedere il mondo ed il loro background, la loro formazione culturale.

Il ragazzo italiano, nasce contaminato fin da giovanissimo da una cultura umanistica straordinaria che lo può aiutare moltissimo nell’interpretazione della tecnologia per il consumatore finale, l’unica cosa che lo può frenare è il provincialismo tipico del nostro paese che rischia di non farlo guardare al mondo ed essere solo autoreferenziale.

Un vostro slogan è “Coltiviamo le idee” e per questo organizzate un concorso-“Semina” in primavera e in autunno: come si riconoscono le buone idee?

Dalle persone. Abbiamo dei taccuini pieni di buone idee e ogni giorno ne vediamo di nuove in giro per il mondo, ma noi cerchiamo chi è in grado di coltivare il proprio seme. Noi cerchiamo un contadino 2.0 che ami il proprio prodotto e che sia in grado di farlo crescere robusto, rivolto al sole (mercato) e che sappia affrontare le intemperie e gli imprevisti.

Che cos’è e come funziona la Digital Accademia?

DIGITAL ACCADEMIA è una scuola, una scuola di vero come loro stessi amano definirsi. Il sogno che hanno è di riuscire a dare un contributo alla crescita dei giovani che vogliono affrontare, da protagonisti, questo mondo ed aiutare le aziende che devono sapere come muoversi per sopravvivere a questo grande cambiamento.

Ci sono 3 tipologie di offerta: la parte Digital Business, dedicata completamente alle aziende che organizza innovation days, workshop tematici, e si presta per off site ad alto gradiente di innovazione. La parte dedicata ai giovani che vogliono diventare Entrepreneur del Digitale e che è ricca di master e workshop di approfondimento e infine una parte che noi definiamo Life che organizza corsi molto belli per bambini, in collaborazione con la scuola internazionale di Brescia e la Apple, corsi per i genitori e per i nonni. L’atmosfera in aula è stupenda.

Quali sono, nella sua esperienza, i principali ostacoli nel rendere più creativa un’azienda o un’organizzazione?

Il formalismo. Il copiare metodi organizzativi che fanno parte della storia del dopoguerra. La non comunicazione interna, il non far sentire le persone ‘socie’ e ‘proud’ dell’azienda che rappresentano.

Finanziare l’innovazione è un’attività complessa e rischiosa: quali sono gli accorgimenti più opportuni?

Andare per gradi nell’erogazione della finanza, fissare delle milestones e condividere tutti assieme l’obiettivo da raggiungere. Affiancare la startup, esserne soci e non solo finanziatori. Confrontarsi rapidamente con il mercato per capire come viene percepita. Queste sono alcune delle cose che facciamo noi.

Quali consigli darebbe ad un ragazzo/a per realizzarsi nel mondo del lavoro?

Crederci. Crederci tanto e buttarsi a capofitto sulla propria idea, tenendo le orecchie bene aperte per raccogliere tutti i commenti reputati utili per aggiustare il tiro. E’ un momento straordinario ci sono tantissime opportunità soprattutto nel digitale.

2 commenti su “L’innovazione possibile: intervista a Riccardo Donadon (H-Farm)

  1. Pingback: FormAzione e Lavoro per Passione | Scoop.it

    1. Giovanni Lucarelli Autore articolo

      Grazie Patrizia,
      Sono contento che ti sia piaciuta l’intervista e … che tu l’abbia condivisa su “FormAzione e Lavoro per Passione” 😉

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