Ci sono consigli validi per il successo imprenditoriale?
Ti confesso che non sono un sostenitore dei “decaloghi”: ho l’impressione siano elenchi di regole raramente applicabili in contesti differenti e che, ancor più raramente, rimangano validi nel tempo.
Quando una persona del calibro di Hoffman, però, presenta alcuni suggerimenti per diventare un imprenditore di successo, mi sembra interessante dargli un’occhiata e, soprattutto, fare qualche riflessione.
Reid Garrett Hoffman, classe 1967, è un imprenditore vivace ed eclettico, con la passione per le relazioni sociali e professionali. Nel 1994 si occupa, alla Apple, dello sviluppo di eWorld, un primo social network che, dopo appena due anni (forse era un po’ troppo in anticipo sui tempi …), viene ceduto ad American On-line Ink.
Reid non si perde d’animo e, nel 1997, fonda la sua prima start-up, SocialNet.com, un sito web che ha l’obiettivo di far incontrare persone con interessi affini (e di organizzare appuntamenti on-line). Non ottiene, però, il successo sperato e comincia a lavorare, con un gruppo di amici, ad un progetto ambizioso ed innovativo: creare un servizio di trasferimento di denaro on–line.
Nel 2000 lascia SocialNet per dedicarsi a tempo pieno a PayPal che, come puoi immaginare, ha un grande successo; nel 2002 Reid è il vice-presidente esecutivo, quando Ebay acquisisce PayPal per 1,5 miliardi di dollari.
La sua passione per il “social” torna a farsi sentire e Hoffman progetta una piattaforma innovativa in cui i professionisti possono cercare ed offrire lavoro, valorizzare le proprie competenze, confrontarsi e realizzare progetti. Nel 2003 vede la luce LinkedIn che, nel primo anno, raggiunge un milione di iscritti, e, grazie ad una crescita vertiginosa, supera quota 260 milioni nel 2013 (nel 2021 raggiungono 774 milioni).
Reid è anche un acuto investitore, con un fiuto non indifferente, visto che tra le numerose start-up che ha finanziato ci sono Facebook, Zynga, Wikia, Permuto, Digg, Flickr e Last.fm.
In occasione del suo speech al South by Southwest Interactive Conference (Texas) nel 2011, Reid ha presentato il suo “10 Rules for Entrepreneurial Success”.
1. Be disruptive
Sii “scardinante”, inventa un prodotto (un servizio, un processo, un modello di business, ecc.) che crea un cambiamento radicale rispetto a ciò che già esiste. Clayton Christensen, docente di Business Administration presso l’Harvard Business School, è stato il primo a presentare questo concetto nel suo articolo “Disruptive Technologies: Catching the Wave”, del 1995.
Le innovazioni disruptive tendono a cambiare le regole del gioco, a rivoluzionare interi settori e consentono all’azienda di raggiungere posizioni di leadership. La creazione di un nuovo mercato, spesso generata grazie a tecnologie innovative, con il passare del tempo tende ad estendersi fino a “fagocitare” il mercato tradizionale. Prova a pensare alla “rivoluzione” che i tablet hanno portato nel mercato dei pc portatili.
-> “Quale prodotto (o servizio, processo, modello di business), che prima non era realizzabile, sta diventando, oggi, possibile o necessario?”
2. Aim big
Punta in alto, pensa alla grande. Lavorare in uno “small business”, secondo Hoffman, richiede lo stesso tempo e le stesse energie di un progetto innovativo ed ambizioso.
Reid esorta i giovani imprenditori a non essere intimiditi dalle grandi idee, perché ci sono diverse modalità per svilupparle e realizzarle.
Anche Google stimola i propri dipendenti a trovare soluzioni 10 volte, e non solo il 10%, migliori di ciò che già esiste (ne avevo parlato nel post “L’innovazione secondo Google: secondo te funziona?”)
-> “Quale prodotto potrebbe dominare lo scenario attuale o creare nuovi spazi di mercato?”
3. Grow your network
Fai crescere il tuo network: costruire relazioni professionali, autentiche e produttive, è il primo passo per creare un’azienda di successo.
Le persone, a volte, credono che dietro una grande start-up ci sia un solo imprenditore “geniale” con un’idea prodigiosa; la realtà è che le imprese di successo sono costituite da persone di talento che hanno un network ampio e affidabile.
Cogli ogni occasione per incontrare professionisti interessanti, per conoscere investitori, consulenti, esperti, che potrebbero diventare tuoi partner. Più hai un network grande, più hai possibilità, secondo Hoffman, di realizzare cambiamenti di dimensioni globali.
-> “In quali modi potresti entrare in contatto con persone di spicco (per esperienza, importanza, ecc.) del tuo settore?”
4. Plan for the better or worse
Preparati al meglio, ma anche al peggio. “Si vis pacem” dicevano i latini “para bellum”: se vuoi la pace, prepara la guerra.
La fortuna, secondo Hoffman, non è semplicemente quando un’idea funziona, piuttosto quando ti accorgi di una grande opportunità, che hai a portata di mano, e riesci a muoverti velocemente per coglierla al volo.
Secondo Niccolò Machiavelli la fortuna è una forza incostante, volubile, incontrollabile, che incide, però, solo per il 50% sugli eventi e l’uomo, con le sue capacità (di analisi, previsione, ecc.), può “arginarla” e “annullarne” gli effetti negativi.
La sfortuna è quello che succede, sostiene Reid, quando la prima idea non funziona: questo non vuol dire fallimento, significa che è necessario perseguire il “piano B” (oppure quello C, o E o F …).
-> “Quali sono gli elementi critici che potrebbe andare male nel tuo progetto? In che modo potresti ridurre al minimo questo rischio?”
5. Maintain flexible persistence
Se la persistenza e la tenacia sono fondamentali per riuscire ad avere successo, è altrettanto vero, però, che senza una buona dose di flessibilità si rischia di finire in qualche vicolo cieco.
“L’arte è sapere quando essere perseveranti e quando essere flessibili” afferma Hoffman “e, soprattutto, come integrare questi comportamenti“.
Mi viene in mente, a questo proposito, la “leggenda del salice”, che viene raccontata nei dojo dove si praticano le arti marziali.
Molti secoli fa, Shirobei Akiyama, un medico appassionato di arti marziali, si era ritirato in meditazione presso il tempio di Daifazu. Durante un’abbondante nevicata, osservò che il peso della neve aveva spezzato i rami degli alberi più robusti. Un salice attirò la sua attenzione: era rimasto intatto, perché, ogni volta che la neve si accumulava sui suoi rami e minacciava di spezzarli, questi si flettevano lasciandola cadere e riprendevano subito la posizione iniziale.
Intuendo l’importanza del principio della cedevolezza, Shirobei Akiyama lo applicò alle tecniche di combattimento, dando vita ad una delle scuole più antiche di JuJutsu, la Hontai Yoshin Ryu (scuola dello spirito del salice).
La persistenza flessibile di cui parla Reid credo che sia molto simile al comportamento del salice: avere una visione chiara e costante, affiancata dalla capacità di “adattarla” in modo creativo a seconda delle esigenze dei clienti, del mercato, degli scenari, ecc.
-> “In quali aspetti del tuo progetto devi essere tenace e in quali puoi essere flessibile?”
6. Launch early
La propensione a non perdere tempo e ad immettere velocemente i propri prodotti o servizi nel mercato mi sembra una caratteristica tipica degli imprenditori (e delle aziende) di successo.
Anche Google, nei suoi principi sull’innovazione, suggerisce “ship and iterate”, ossia lanciare velocemente un nuovo prodotto, raccogliere il feedback degli utilizzatori e migliorarlo progressivamente.
Hoffman racconta che con la sua prima start-up, Socialnet.com, ha impiegato nove mesi per presentare la prima versione, perché voleva che tutto, fin da subito, funzionasse alla perfezione. Questo approccio si è rivelato, però, molto negativo, perché gli ha impedito, per molti mesi, di scoprire ed affrontare problemi piuttosto importanti.
L’esortazione di Reid “If you are not embarrassed by your first release, you’ve launched too late!” forse è un po’ eccessiva, ma sprona ogni imprenditore a superare la tentazione della perfezione e a realizzare la propria idea.
-> “Quali dei tuoi progetti potresti lanciare velocemente?”
7. Seek honesty
Ogni startupper deve essere convinto della bontà e della qualità della sua idea, ma questo non deve impedirgli di accogliere critiche e feedback e, ovviamente, di farne tesoro.
E’ importante non circondarsi di yes-man, ma di persone preparate e sincere, persone, afferma Reid,“who will tell you that you have an ugly baby”, che abbiano il coraggio di evidenziare ciò che nel progetto sembra non funzionare.
Hoffman suggerisce di raccogliere suggerimenti e consigli, oltre che da esperti, anche dagli utilizzatori del tuo prodotto o servizio e, soprattutto, dalle community on-line.
Questo approccio consente di mirare all’eccellenza e, contemporaneamente, di cercare nuovi spunti e nuove prospettive. Essere capaci di mettere in discussione il proprio approccio consente, secondo me, anche di evitare clamorosi errori.
-> “Individua tra i tuoi contatti quattro persone che ti sembrano competenti e sincere e chiedi loro dei feedback sul tuo progetto e … sul tuo modo di lavorare”
8. Be everywhere
Molti imprenditori, confida Hoffman, pensano che un prodotto eccellente sia la cosa più importante e che sia sufficiente per affermarsi sul mercato. Ma questo non è vero.
Se il tuo prodotto (o servizio, processo, modello di business, ecc.) non viene conosciuto, acquistato ed apprezzato da un consistente numero di clienti …, è come se non esistesse.
“You can have a kickass product, but if it doesn’t get to millions of people, it’s irrelevant.“: anche il prodotto migliore, senza un’adeguata rete di distribuzione, rischia di svanire senza alcun successo.
-> “Come puoi far conoscere e far sperimentare il tuo prodotto al maggior numero possibile di clienti?”
9. Culture is the key
La cultura organizzativa è un elemento centrale anche per le start-up: la vision, i valori, le relazioni tra le persone, l’approccio al lavoro è bene che siano chiari ed evidenti fin dall’inizio.
Una volta, ricorda Reid, si suggeriva di assumere persone con almeno dieci anni di esperienza nel settore, oggi, però, le cose sono cambiate. Le conoscenze maturate in anni di lavoro rischiano di essere poco utili in uno scenario mutevole come quello attuale.
Le persone più preziose da assumere, allora, sono quelle che apprendono più in fretta, che sono in grado di adattare le proprie conoscenze ed esperienze ai contesti mutevoli.
Una volta assunte persone di questo genere, è importante creare spazi di lavoro dinamici, che favoriscano la comunicazione e lo scambio di idee. E’ necessario anche creare occasioni di confronto, per verificare le modalità di lavoro, e di arricchimento, per aggiornarsi e raccogliere nuovi trend e nuovi stimoli.
-> “In quali modi puoi coinvolgere, nei tuoi progetti, persone brillanti e che apprendono in fretta?”
10. Break these rules
Hoffman conclude in maniera ironica il suo decalogo, suggerendo di non prestare troppa attenzione alle regole stabilite da altre persone.
Gli imprenditori sono inventori, ribadisce, hanno successo quando creano qualcosa di nuovo, quando fanno funzionare qualcosa per la prima volta.
Per realizzare un progetto creativo, spesso, è necessario mettere in discussione alcune regole (ne avevo parlato nel post “Mettere in discussione le vecchie (sacre) regole“) e avventurarsi in territori inesplorati.
Gli imprenditori più innovativi non seguono sempre tutte le regole e, spesso, ne creano di nuove.
-> “Quali regole potresti mettere in discussione nel tuo ambito?”
Bene, questo decalogo mi sembra interessante, anche se alcuni suggerimenti sono ormai entrati nel pensiero comune e non sembrano così “dirompenti”.
La sfida più stimolante, per me come per te, è quella di impegnarci, ogni giorno, per cercare di attuare questi consigli e realizzare l’innovazione.