Un gruppo molto (più) efficiente

gruppo efficiente

Ci troviamo spesso a lavorare insieme ad altre persone (a scuola, all’università, al lavoro, nello sport, ecc.), ma le attività che svolgiamo e, soprattutto, i risultati che otteniamo non sono sempre all’altezza delle aspettative.

Ok, siamo sinceri: spesso i risultati sono piuttosto scadenti. Ci sono riunioni inconcludenti in cui si discute a lungo senza risolvere nulla, ci sono decisioni mediocri supportate solo da una piccola parte del gruppo, ci sono conflitti che lacerano il team e sottraggono tempo ed energie dal “lavoro vero”, ecc.

Questo fenomeno di “perdita di potenzialità” non riguarda solo il nostro gruppo o la nostra organizzazione (azienda, Istituto scolastico, Università, Associazione, ecc.), ma è molto più diffuso.

Il tutto non è mai uguale alla somma delle parti” afferma Chuck Noll, leggendario allenatore della squadra di football americano dei Pittsburgh Steeler: “è sempre minore o maggiore a seconda di come riescono a collaborare i suoi membri”.

Vediamo qualche elemento utile per migliorare l’efficienza del nostro gruppo.

Persone brillanti

I gruppi più efficienti (ed innovativi) sono composti da persone differenti tra loro. Una buona eterogeneità, infatti, consente al gruppo di percepire e di analizzare ogni situazione da una molteplicità di punti di vista, di elaborare con maggior attenzione e consapevolezza le informazioni e di generare una pluralità di idee e di proposte innovative

Questa eterogeneità deve riguardare, trasversalmente, le varie competenze:

  • competenze tecniche: le conoscenze e le esperienze maturate dai membri in un ambito o in una disciplina specifica (sviluppo prodotto, marketing, gestione progetti, ecc.);
  • competenze interpersonali: le capacità di dialogare, di comunicare efficacemente, di negoziare, di lavorare in gruppo;
  • competenze di problem solving: le capacità di definire correttamente i problemi, una “forma mentis” aperta e dinamica, l’abilità di generare soluzioni creative, ecc.

Se hai la possibilità di creare un gruppo ex-novo, la scelta migliore è quella di inserire persone eterogenee (e complementari) per età, sesso, formazione, competenze, background culturale, ecc.

Se ti trovi a lavorare, invece, con un gruppo già formato, prova a far emergere le peculiarità di ogni membro: puoi creare un momento informale (magari durante una pausa caffè) per condividere interessi e passioni … spesso emergono aspetti interessanti.

Puoi anche approfittare di un nuovo progetto per inserire, nel gruppo esistente, qualche elemento nuovo (magari con specifiche abilità collegate al progetto), che funga da stimolo per gli altri.

Obiettivi sfidanti (ovvero “Che ci stiamo a fare qui”?)

Uno degli elementi che incidono maggiormente sulla motivazione in un gruppo è l’obiettivo da raggiungere.

Un buon obiettivo deve essere chiaro, affascinante, misurabile e stimolante.

Incrementare del 20% il fatturato (o le iscrizioni al nostro Istituto Scolastico, Università, ecc.)” è un obiettivo più chiaro e misurabile rispetto ad un generico “migliorare le performance dello scorso anno”, così come “ideare ed offrire un servizio unico ed innovativo” è più sfidante che “ampliare le base clienti”.

Rendere un obiettivo affascinante e stimolante significa, come suggerisce Google, incoraggiare la ricerca di soluzioni 10 volte, e non solo il 10%, migliori di ciò che già esiste.

Questo spinge il gruppo a pensare fuori dagli schemi, ad immaginare strategie “divergenti”, a proporre dei cambiamenti significativi in diversi ambiti (prodotto, modalità di utilizzo, catena di fornitura, clientela target, strategie di comunicazione, ecc.).

Nascono, così, soluzioni creative che rappresentano una novità assoluta, che rendono il “prodotto” (o il servizio) completamente diverso da quelli preesistenti.

Metodologie di lavoro efficienti

Che cos’è che rende un team realmente efficiente?

Secondo Kanaga e Browning, sono le modalità di lavoro e i risultati conseguiti a “confermare” se un gruppo è eccellente. Gli elementi chiave sembrano essere questi:

  • i risultati ottenuti (prodotti, processi, servizi, idee, ecc.) esaudiscono a pieno (e spesso superano), le aspettative dei clienti o degli stakeholders;
  • le persone del gruppo si sentono pienamente soddisfatte del processo e del risultato del loro impegno;
  • i membri del team hanno maturato esperienze e conoscenze che rendono il loro gruppo e l’intera organizzazione più preparati ed esperti nelle sfide future.

Per raggiungere questi livelli di eccellenza (che nella mia esperienza non sono poi così rari), il gruppo deve imparare a padroneggiare alcune abilità:

  • comunicazione efficace: la capacità di ascoltare e valorizzare il contributo di ognuno, di stimolare le persone più timide e di “contenere” quelle eccessivamente loquaci, di condividere idee e proposte, ecc. ;
  • gestione dei conflitti: la capacità di riconoscere gli elementi di attrito, di separare i problemi dalle persone, di attuare negoziazioni generative, di trovare ottimi accordi, ecc.;
  • strategie decisionali: definire chiaramente sfide e problemi, valutare gli elementi in gioco, superare i contrasti e costruire il consenso, ecc. ;
  • creatività: usare un approccio creativo nell’affrontare e risolvere i problemi, nell’immaginare scenari alternativi e nel realizzare “prodotti” innovativi, ecc.