“Flow experience”: creare e realizzare idee a volontà

Flow experience e creatività

Il tuo capo, o un cliente, ti chiede un’idea innovativa per un nuovo progetto, ma a te non viene in mente proprio niente, come se fossi in mezzo al deserto del Sahara a ferragosto: ti è mai capitato?

Altre volte, invece, hai sperimentato una grande facilità nel generare e realizzare le idee, magari hai scritto decine di pagine tutte d’un fiato, hai avuto un’intuizione per un nuovo prodotto/servizio, hai composto un brano musicale o hai completato una gara sportiva impegnativa.

Tutti questo, anche se può sembrare strano, ha un senso ed è collegato alla “flow experience”.

 

Che cos’è una “esperienza di flusso”?

Ok, non si tratta di esperienza mistica, extracorporea, in cui senti musica celestiale e vedi unicorni azzurri saltellare in giro: è qualcosa di molto più concreto.

È uno “stato mentale” in cui i pensieri e le azioni “scorrono” in un flusso armonico, naturale e costante. Sei in grado di produrre, con uno sforzo minimo, contenuti molto creativi. È ciò che accade ai musicisti jazz quando improvvisano, agli scrittori quando creano, di getto, storie e racconti, agli scienziati quando compiono una scoperta scientifica importante.

Se ci pensi bene, è capitato anche a te, in alcune circostanze (non solo da bambino), di essere talmente preso, e appagato, da un’attività, un hobby, un gioco, da non percepire il passare del tempo o l’affaticamento.

Qualcuno prova questo flow state nello sport, qualcun altro nella scrittura o nella musica, qualcuno negli hobbies o nel gioco e … qualcuno (piuttosto fortunato) nel lavoro.

Le caratteristiche di una “flow experience”

Lo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi (lo so, ha un cognome quasi impronunciabile) è stato il primo a studiare questo stato di coscienza, a cui ha dato il nome di “flow experience”. Nel suo libro “Flow: The Psychology of Optimal Experience”, Csikszentmihalyi evidenzia i principali fattori che caratterizzano questa esperienza:

1. Obiettivi chiari: la persona ha chiaro, e ben definito, il risultato che desidera raggiungere;

2. Concentrazione totale sul compito: l’attenzione è tutta concentrata sull’attività da svolgere (senza distrazioni relative a ciò accade intorno);

3. Perdita dell’autoconsapevolezza: la persona è talmente assorta nell’attività da non preoccuparsi della stanchezza, della fame, o del sonno;

4. Distorsione del senso del tempo: l’attività è così appassionante che porta a perdere la nozione del tempo;

5. Feedback evidente: la persona percepisce, in modo chiaro e immediato, l’effetto delle sue azioni;

6. Bilanciamento tra sfida e capacità: l’attività è stimolante, non sembra troppo facile né eccessivamente difficile, ma decisamente intrigante;

7. Senso di controllo: percezione di avere il controllo e di poter dominare la situazione;

8. Gratificazione: la persona prova soddisfazione e piacere (intrinseco) nello svolgere l’attività;

9. Integrazione tra azione e consapevolezza: la concentrazione e l’impegno sono al massimo, ma l’azione svolta sembra normale e naturale.

Descritta così, può sembrare una cosa complessa, ma, se ci pensi bene, è quello che ti è successo quando hai vissuto un tempo particolarmente produttivo e gratificante, in cui eri totalmente immerso nel tuo lavoro (scrivere un articolo, preparare le slide per un corso, generare nuove idee, ecc.), in cui hai ottenuto risultati sorprendenti.

Cosa accade nel cervello durante una “flow experience”

A livello neurologico, durante l’esperienza di flusso, avvengono un paio di cambiamenti importanti.

Le onde cerebrali passano dalla frequenza beta a quella alfa. Le onde beta hanno una frequenza tra i 13 e i 30 Hz e caratterizzano il nostro stato di veglia “ordinario”, quando pensiamo, quando ci relazioniamo con gli altri, quando la consapevolezza è rivolta al nostro corpo, all’ambiente e al tempo. Le onde alfa, invece, hanno una frequenza tra i 7 e i 13 Hz e contraddistinguono i momenti introspettivi, in cui la mente è calma, ricettiva e concentrata. È frequente, in questo stato, “scivolare” da un pensiero all’altro, sognare ad occhi aperti e generare, come in un caleidoscopio, nuove “combinazioni” di idee.

L’altro cambiamento riguarda la corteccia prefrontale. Questa area del cervello è implicata nei comportamenti cognitivi complessi, nella presa delle decisioni, nel controllo della condotta sociale, ecc. Durante l’esperienza di flusso si verifica una “disattivazione temporanea” della corteccia prefrontale, che risulta meno attiva nell’elaborazione di ciò che accade intorno.

Questo “allentamento” consente ad altre aree del cervello di “connettersi liberamente” e di creare collegamenti creativi (che, solitamente, sarebbero intercettati e interrotti dal lobo frontale)

“Flow state”: creatività e produttività

L’esperienza di flusso, come avrai intuito, può dare un contributo importante alla produzione creativa. In questo stato (di grazia) le distrazioni esterne si riducono, la consapevolezza di sé è minima, l’attenzione e la concentrazione sono focalizzate al massimo, il giudizio critico (distruttivo) è assente, ci sono gioia e una grande passione per l’attività che stiamo svolgendo.

Sono state svolte alcune ricerche per verificare l’incidenza dell’esperienza di flusso nei processi di problem solving e nella produttività lavorativa.

In uno studio svolto in Australia (citato da Steven Kotler nell’articolo “Flow States and Creativity”) è stato sottoposto, a 40 persone, un esercizio “rompicapo” decisamente complesso, che richiedeva spiccate abilità di pensiero creativo: nessuno dei partecipanti è riuscito a risolverlo. Nella seconda parte dell’esperimento è stato indotto, nei soggetti, uno “stato di flusso” (tramite una stimolazione magnetica transcranica) e 23 di loro sono riusciti a trovare la soluzione in pochissimo tempo.

La McKinsey ha svolto la ricerca “Increasing the ‘meaning quotient’ of work” che ha coinvolto circa 5.000 HR senior manager, da cui è emerso che, quando i manager hanno lavorato in uno “stato di flusso” (con elevati livelli di Intellectual Quotient, Emotional Quotient e Meaning Quotient), sono stati cinque volte più produttivi della media.

Nello studio pilota, avviato dal “Flow Genome project”, che ha coinvolto soggetti provenienti da diversi ambiti professionali, come imprenditori, scienziati, scrittori, le persone hanno riferito di essere, durante la flow experience, sette volte (cioè 700%) più creative.

Particolarmente interessante è ciò che ha evidenziato Teresa Amabile, docente presso la Harvard Business School: le persone non solo sono più creative nel “flow”, ma riferiscono anche di essere più creative il giorno dopo una flow experience. Questo sembra suggerire che vivere e lavorare nel “flow” ci stimola e ci allena ad essere sempre più creativi.

Entrare in uno stato di flusso

Nello stato di flow siamo più sicuri, più capaci e più consapevoli; molti manager hanno dichiarato di essere cinque volte più produttivi del normale” – ha affermato Steven Kotler, co-fondatore del Flow Genome Project –  “questo significa che, se lavori in uno “stato di flusso” il lunedì, puoi prenderti il resto della settimana di riposo ed essere più produttivo dei colleghi che lavorano in condizioni ordinarie”.

Una prospettiva interessante, non trovi?

Vediamo quali sono gli accorgimenti per entrare in uno stato di flusso.

Per prima cosa, bisogna eliminare (o ridurre al minimo) gli elementi che ostacolano il flow: elevati livelli di ansia, uno scarso autocontrollo, un’eccessiva preoccupazione per i giudizi e le critiche degli altri, una scarsa concentrazione o motivazione, sfiducia nelle proprie abilità.

Bisogna porre attenzione, poi, a questi quattro aspetti:

– Trovare un’attività impegnativa e stimolante: imparare una nuova lingua, scrivere un articolo o una canzone, un esercizio di enigmistica, una partita a scacchi o a golf, una lezione di sci o di surf, ecc. Tieni presente che stai facendo questa cosa per te, per il tuo divertimento, per la tua crescita e la tua realizzazione.

– Stabilire degli obiettivi realistici che ci spingano oltre le attuali performance e abilità: significa sfidare a scacchi o a tennis qualcuno un po’ più bravo di te, conquistare un cliente piuttosto difficile, realizzare un progetto complesso ed innovativo, ecc.

– Focalizzare le energie e l’attenzione: crea uno spazio “isolato”, spegni il cellulare, disattiva le notifiche (email, social, instant message, ecc.) per ritagliarti del tempo di qualità da dedicare esclusivamente all’attività scelta.

– Lasciarsi trasportare dal “flusso”: apprezza e assapora ciò che stai facendo, respira profondamente e goditi l’esperienza, lasciati guidare dal’intuito e dalla passione.

Durante un’esperienza di flusso, in conclusione, i pensieri e le azioni “scorrono” in modo armonico e naturale verso il raggiungimento degli obiettivi, siamo in grado di produrre, con uno sforzo misurato, risultati brillanti, di accrescere le nostre abilità e, cosa non trascurabile, di divertirci.

Mi sembrano motivazioni più che valide, e stimolanti, per provare: non credi?

 

[Articolo pubblicato, originariamente, su wired.it – Foto: “Waves” by John Lemleux] 

 

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