Dall’idea (creativa) al … business

Dall'idea al business

Sono stato invitato, un paio di settimane fa, a tenere un breve intervento all’evento “Be the Change” organizzato dall’I.N.R.C.A. (Istituto Nazionale di Ricovero e Cura per Anziani), in collaborazione con l’Università Cà Foscari di Venezia (e con altri partner pubblici e privati), all’interno del programma Erasmus+.

Il progetto “Be the Change – Boosting entrepreneurship through intergenerational exchange” coinvolge oltre 70 imprenditori e 150 ragazzi/e in cinque paesi europei e ha lo scopo di favorire il dialogo e la trasmissione di competenze tra imprenditori anziani e ragazzi che non studiano e non lavorano (i cosiddetti NEETs – Not in Education Employment and Training).

Nel mio intervento, inerente la creatività, ho delineato alcuni elementi chiave che caratterizzano start-up e business di successo e ho dato qualche suggerimento per generare buone idee e, soprattutto, per trasformarle in progetti concreti ed innovativi.

1. Una buona idea

Le idee ci arrivano in qualunque momento e, spesso, ci sorprendono nelle situazioni meno opportune: quando stiamo guidando in auto, mentre siamo sotto la doccia, mentre chiacchieriamo con qualche collega al bar, quando siamo con i bambini al parco, mentre ci laviamo i denti, ecc. Esistono delle motivazioni scientifiche che spiegano perché le idee vengono proprio in questi momenti: ne ho parlato nei post “L’ora migliore per avere buone idee” e “Perché le migliori idee ci vengono sotto la doccia”.

La prima cosa da fare è annotare le idee (da qualche parte) prima che “volino” via. Carta e penna vanno benissimo, io ho un “quaderno delle idee” dove appunto le mie intuizioni. Quando un’idea mi arriva in un momento inatteso la scrivo sullo smartphone, usando Evernote o Notion (in modo da averla disponibile anche sugli altri device).

La seconda cosa da fare è rileggere l’idea, meglio se qualche giorno dopo, per valutare se abbia davvero un valore. Questo è un aspetto molto importante: l’idea è buona non se piace a noi (o a qualche nostro familiare o amico), ma se ha in valore per i (possibili) “clienti”.

Per verificare la qualità della tua idea, puoi provare a rispondere a queste domande:

  1. Che problema o esigenza risolve la tua idea?
  2. In che modo “funziona” la tua soluzione?
  3. Quali sono i tuoi “clienti” ideali? Parlano tra di loro?
  4. Come pensi di guadagnare?
  5. Chi sono i tuoi competitors e cosa fanno?
  6. Quali sono i punti deboli del tuo progetto?

Una volta scritta, nero su bianco, la tua idea può assumere due forme:

 – scarabocchi incomprensibili e parole senza senso: le intuizioni che (alle due di notte e con un cocktail in mano) apparivano geniali si sono sciolte come neve al sole. Adesso che lo sai, puoi smettere di perdere tempo ed energie;

 – un progetto promettente che, nonostante qualche aspetto ancora da esplorare, sembra interessante, utile e, soprattutto, appassionante.

Il passo successivo consiste nel “testare”, appena possibile, la tua nuova idea. Potresti realizzare un “prototipo” del tuo prodotto o servizio e creare una landing page, in cui presentarlo ai possibili clienti e verificare l’interesse. 

Chiunque si sia mai fatto una doccia ha avuto un’ideaafferma l’imprenditore Nolan Bushnell – “è chi esce dalla doccia, si asciuga e cerca di realizzarla che fa la differenza”.

 

2. Un buon team (e un buon network)

Per realizzare il tuo progetto, a meno che tu non sia onnisciente (cosa molto improbabile), hai bisogno di aiuto da parte di altre persone. I team che funzionano meglio sono formati da 3 o 4 persone con competenze eterogenee e complementari. Scegli persone con cui ti trovi bene, che condividano i tuoi interessi e che siano appassionate alla tua idea di business. Trovi alcune indicazioni utili, su questo aspetto, nel post “Un gruppo più efficiente”.

È molto utile frequentare delle community on-line (gruppi tematici su LinkedIn, Facebook, Forum, ecc.) per confrontarti con altre persone che condividono la tua passione (agricoltura biologica, anticontraffazione, assistenza agli anziani, produzione artigianale, sicurezza informatica, ecc.) che rappresenta il terreno fertile su cui “nascono” le tue idee. Nelle community on-line è possibile anche “raccogliere” indicazioni preziose sulle “esigenze irrisolte” degli appassionati di un argomento, o degli utilizzatori di un prodotto/servizio.

Ti suggerisco anche di partecipare agli eventi “live”, come, ad esempio, quelli organizzati da startup weekend in cui hai la possibilità di ascoltare interventi di esperti e di incontrare altri ragazzi e ragazze che, come te, hanno voglia di avviare un progetto innovativo.

Raccogli i recapiti (biglietti da visita, email, ecc.) delle persone interessanti che incontri, potresti aver bisogno, man mano che il tuo progetto procede, di un loro consiglio o del loro aiuto professionale.

 

3. Un buon budget

Una volta che hai definito il tuo progetto e formato il team, hai bisogno di trovare dei fondi per finanziare il lavoro. Ci sono diverse opportunità:

 – Finanziamenti pubblici: ogni Regione definisce, circa ogni sei anni, un Programma Operativo Regionale (POR), cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) che finanzia (tra le altre cose) progetti inerenti l’innovazione e la ricerca. Puoi chiedere informazioni alla tua Regione sulle attuali, o prossime, opportunità di finanziamento.

– Crowdfunding: esistono delle piattaforme web di crowdfunding (finanziamento collettivo) che consentono di raccogliere fondi (da investitori privati) e rappresentano un prezioso punto d’incontro fra chi desidera realizzare una “impresa” e le community di (piccoli) investitori. Puoi scegliere una piattaforma internazionale, come kickstarter, oppure una italiana, come, ad esempio, Starteed, Eppela, Italian crowgfunding, We are starting. Puoi inserire il tuo progetto, stabilire il budget di cui hai bisogno, indicare il tempo per completare la raccolta fondi e le ricompense che intendi dare agli investitori (il tuo prodotto, ecc.). Questo approccio ti permette di verificare l’apprezzamento della tua idea, di raccogliere feedback e suggerimenti per migliorare il tuo progetto e di ottenere i soldi per avviare la tua attività.

– Incubatori: sono dei luoghi fisici in cui le start-up promettenti vengono ospitate, ricevono finanziamenti, assistenza (legale, fiscale, amministrativa, ecc.) e altri servizi di supporto allo sviluppo del business.

Alcuni incubatori fanno delle call (un paio di volte l’anno) per selezionare le idee e le start-up da accogliere e da incubare. Puoi contattare, comunque, gli incubatori della tua zona per avere informazioni, nelle Marche, ad esempio, puoi rivolgerti a JCube, The Hive, BP Cube, HUB21, Cult Lab, ecc.

Questa attività di business incubation è preziosa anche a livello socio-economico perché favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro, un clima imprenditoriale vivace, lo sviluppo e la commercializzazione di nuove tecnologie, una diversificazione delle economie locali, ecc.

 

4. Un buon marketing

Ricevuti i finanziamenti, e altre (eventuali) modalità di supporto, non ti rimane che lavorare, con folle passione, alla realizzazione del tuo progetto. Le difficoltà, come puoi immaginare, sorgono (quasi) ogni giorno, ma, con una buona determinazione, un buon team (e un buon supporto di esperti), riuscirai a completare il lavoro.

Quando il tuo prodotto o servizio sarà pronto arriverà una delle fasi più critiche: la commercializzazione. Tu sei “innamorato” della tua idea e immagini che le persone correranno a comprare la tua “creazione”, ma scoprirai, ben presto, che il mondo sembra indifferente al tuo (meraviglioso) prodotto.

Dovrai fare un’attività di promozione on-line (senza costi) nel tuo sito, sui Social Media, all’interno delle Community che frequenti e una promozione, a pagamento, tramite Google Ads, Facebook Ads, ecc. Tieni presente che è bene riservare il 30% del budget per queste attività di marketing.

Il mio breve intervento ha suscitato l’interesse e la curiosità dei partecipanti al progetto “Be the Change” che hanno posto diverse domande e hanno condiviso alcune idee piuttosto interessanti.

Bene, mi auguro che questi semplici consigli possano essere d’aiuto anche a te per realizzare qualche tua idea, tenendo presente che “Ogni imprenditore” – come ammonisce Richard Branson fondatore del gruppo Virgin – “fallisce numerose volte prima di avere successo: la cosa più importante è continuare a rialzarsi e provare di nuovo”.

 

Foto: Evento “Be the change”, I.N.R.C.A. Ancona

3 commenti su “Dall’idea (creativa) al … business

  1. Pingback: Be The Change

  2. Andrea

    ho trovato molto interessante tutto quello che ho letto. Mi sono avvicinato al suo sito cercando come poter sviluppare una mia idea. In realtà sto cercando di capire come poter parlarne con dei tecnici per costituire un team senza essere bypassato da potenziali interlocutori. In pratica come mi proteggo dal “furto” della mia idea?
    Grazie per l’attenzione e per una eventuale risposta

    Andrea

  3. Ioselito

    Questo genere di articoli mi piacciono tantissimo e trovo costantemente spunti per poter portare avanti idee, iniziative e collaborazioni. Sto lavorando per creare un team solido. Le persone di cui mi sto contornando svolgono attività assolutamente complementari alla mia. Forse l’aspetto su cui voglio impegnarmi meglio è quello di allontanare da determinate paure alcuni di loro. Paure legate alla situazione attuale (non solo professionale) nel nostro paese, ma che non possono essere assolutamente un deterrente. Le opportunità vanno cercate. Come ho gia letto in altri articoli, l’unica cosa da fare….è iniziare. Grazie.

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