Mind mapping e creatività: intervista a Tony Buzan

Mind mapping Tony Buzan

Settembre andiamo, è tempo di “mappare”

Settembre è il mese della “ripartenza” (alcuni amici lo chiamano il “secondo capodanno”): ricominciano le lezioni a scuola, all’università, il lavoro e le varie attività che abbiamo sospeso (o rallentato) durante il periodo estivo.

Per questo motivo ho deciso di pubblicare un’intervista (che avevo fatto diversi mesi fa) al grande Tony Buzan, ricca di stimoli interessanti per chi insegna, per chi studia e per chi si trova a lavorare in gruppo.

Tony credo che non abbia bisogno di presentazioni: psicologo inglese, uno dei maggiori esperti di tecniche di apprendimento e di memorizzazione, è noto al grande pubblico come l’inventore delle mappe mentali (mind maps). Ha scritto oltre 120 libri, tradotti in 35 lingue e letti da diversi milioni di persone, è stato consulente di numerosi governi e Istituzioni scolastiche e di grandi aziende (come Microsoft, IBM, Walt Disney, NASA, Barclays International, British Telecom, Oracle, ecc.).

Incontrarlo dal vivo, per me, è stata una grande emozione. Avevo letto i suoi libri ai tempi dell’università e, da allora, ho utilizzato le mappe mentali in tutte le mie attività (studio, lavoro, insegnamento, scrittura, progettazione, ecc.). Sul palco, Buzan è uno speaker eccellente (ho seguito il corso “Apprendimento rapido, creatività e innovazione” organizzato da Performance Strategies, nel novembre 2016), chiaro, acuto, flemmatico, divertente (con una vena di humor tipicamente inglese).

Ha proposto, oltre alle varie tecniche di mind mapping, anche alcune riflessioni interessanti per chi insegna, come: “Chi ha il diritto di dire ‘Sei o non sei intelligente’ o ‘Puoi fare, o non fare, matematica, arte, ecc.’ ?” e per chi lavora nell’ambito dell’innovazione, come: “Il fallimento, che è percepito come una delle più grandi paure, rappresenta una ricchezza e una grande fonte di apprendimento”.

Fuori dal palco Tony è una persona disponibile, affabile, simpatica e, nonostante i suoi 75 anni (compiuti lo scorso giugno), trasmette un’energia e un entusiasmo sorprendenti [all’inizio dell’intervista c’è stato anche un simpatico “dietro le quinte” che ti svelerò alla fine del post …].

 

Tony, come le è venuto in mente di ideare le mappe mentali?

Per risolvere un problema, un mio problema quando ero studente universitario. Facevo molta fatica a studiare, a lezione prendevo molti appunti, scritti solo con la penna nera, scritti in modo ordinato e lineare. Il processo di rilettura e di studio diventava sempre più noioso e scoraggiante. 

Ho deciso di andare nella biblioteca della mia università per cercare qualche testo sul funzionamento del cervello, ma la bibliotecaria mi ha detto che gli unici volumi sul cervello erano nella sezione di medicina. C’erano molti libri sulle malattie del cervello, ma nessuno su come usarlo per apprendere meglio.

Ho cominciato, allora, a svolgere alcune ricerche sul modo in cui studiavano e prendevano appunti gli studenti più brillanti del mio corso, ho approfondito gli studi sulle connessioni neuronali e, successivamente, quelli sugli emisferi cerebrali. Da queste riflessioni e dalla mia sperimentazione personale sono nate le idee che mi hanno portato alla creazione delle mappe mentali. Alla fine, ho scritto io quel libro sul funzionamento del cervello e dell’apprendimento che avrei tanto voluto leggere …

 

Come possiamo aiutare una persona a diventare più creativa?

Ci hanno insegnato, fin dai banchi di scuola, a prendere appunti solo con le parole, in modo lineare, riga per riga, con un solo colore, e tutto questo non aiuta.  

Per esplorare, per immaginare, dobbiamo cercare di tornare bambini, perché tutti i bambini sono naturalmente creativi, il cervello umano è naturalmente creativo. I più grandi geni (e l’Italia ha avuto una grande percentuale di geni) sono sempre stati a contatto con la natura, hanno sempre attivato tutti e cinque i sensi, hanno studiato, con passione, l’arte e la scienza, hanno inventato la prospettiva, ecc.

Una persona geniale nell’ambito dell’educazione è stata una donna, a cui hanno detto: sei una donna, sposati, fai dei figli, sii una buona mamma: lei lo ha fatto, ma ha anche studiato e preso un dottorato. Il suo nome è Maria Montessori.

Era una vera visionaria, una donna incredibile nel comprendere che era necessario insegnare ai bambini con modalità nuove, in linea con il funzionamento del cervello. Ha inventato, così, scuole in cui ispirare i ragazzi, in cui stimolare il loro entusiasmo, in cui far usare i loro occhi, le orecchie, le mani e tutto il corpo per imparare. Io esorterei le istituzioni italiane, che si occupano di educazione e di istruzione, ad applicare le intuizioni e gli insegnamenti di Maria Montessori.

Come spiegavo nella mia presentazione, la lingua del cervello non è l’italiano, o il cinese, o lo spagnolo, ma l’immaginazione e l’associazione. E questo è ciò su cui si basa il mind mapping: questo approccio stimola a pensare, ad apprendere, a prendere appunti in maniera diversa e stimola, soprattutto, a riflettere su come pensare. Tutti, da bambini, usiamo i colori, i disegni, le associazioni e le connessioni: direi che siamo “naturalmente” creativi.

 

Quando si lavora in gruppo le cose si complicano un po’: come possiamo favorire la creatività all’interno di un gruppo di lavoro?

È importante spiegare, ad ogni singolo membro del team, come lavorare individualmente (e in gruppo), come stabilire gli obiettivi, come visualizzare ciò che l’intero gruppo desidera e come costruire una mappa di questo obiettivo comune.

Quando sono stato coach di team olimpici, come ad esempio quello di canottaggio con 6, 7 e 8 persone, ho imparato che la prima cosa da fare è scoprire le differenze e le peculiarità individuali, poi evidenziare le doti e le qualità comuni e, successivamente, allineare tutti gli obiettivi. Il team, a questo punto, sa dove vuole andare e può creare una mappa mentale della metodologia da usare per arrivare lì.

La complessità, in questo modo, diventa molto più semplice, ognuno sa cosa fare, come uno stormo di uccelli in cui tutti lavorano immediatamente come un team: sanno dove stanno andando e raggiungono il loro obiettivo, anche se è un’isola 2.000 km di distanza.

 

Quali sono i fattori principali che ostacolano o limitano la creatività e l’innovazione nelle scuole e nelle aziende?

La risorsa più importante di un’organizzazione sono le persone, i loro cervelli e le loro abilità di pensare: è fondamentale, quindi, valorizzare le risorse umane. Ciò che accade, però, è che le persone, quando lavorano, prendono appunti e comunicano in modo monotono, noioso, ripetitivo e non provano soddisfazione né piacere in quello che fanno.  

Bisogna aiutarle, per prima cosa, a cambiare le loro modalità di apprendimento, a comprendere come funziona il cervello, ad utilizzare le mappe mentali, a generare nuove idee, ad imparare ad apprendere. Ognuno dovrebbe impiegare le mappe mentali, un linguaggio globale che funziona, localmente, in ogni gruppo di lavoro e in ogni organizzazione.

Le aziende e le scuole, spesso, tendono a creare dei silos, dei compartimenti stagni, e questo ostacola le connessioni e i collegamenti tra gli elementi; secondo Leonardo da Vinci, invece, le “connessioni” sono fondamentali per la creatività. Bisogna prendere spunto anche dalla famiglia De’ Medici che, nel Rinascimento Fiorentino, ha rappresentato un valido esempio di organizzazione capace di favorire la creatività. L’Italia è un nido, una culla di creatività e di idee, è necessario, però, fare attenzione alle nuove idee: per evitare di uccidere i piccoli nel nido, bisogna proteggerli, accudirli e consentire loro di crescere e di spiccare il volo.

 

Queste abilità (apprendimento, pensiero strategico, pensiero creativo) quanto sono importanti per un leader?

Per una persona che si trova a guidare un gruppo o un’organizzazione è fondamentale avere una visione d’insieme del lavoro da svolgere e delle problematiche da affrontare: le mappe consentono di gestire agevolmente grandi quantità di dati. Una volta disegnata una mappa è possibile avere sott’occhio tutti gli elementi, le idee e le opzioni di una certa situazione. Questo consente di prendere decisioni valide e veloci.

Se guardiamo ai grandi personaggi come Alessandro Magno, Giulio Cesare, Aristotele, la Regina Elisabetta I, Shakespeare, Newton, Leonardo da Vinci, Marie Curie, Einstein, solo per citarne alcuni, vediamo che la leadership non riguarda solo l’abilità di comunicare chiaramente, di gestire il tempo e le energie, di stabilire le priorità, ma coinvolge anche l’immaginazione, la creatività, la memoria, ecc.

Giulio Cesare, ad esempio, conosceva a memoria i nomi di tutti i Centurioni (e di gran parte dei soldati semplici) della X Legione al suo comando: pensa che impatto aveva sulla loro motivazione quando, prima di una battaglia, li incitava, per nome, a combattere al massimo delle loro potenzialità.

 

Nel suo speech parlava di favorire un nuovo “Rinascimento” italiano …

Sarei più che felice, se ne avessi l’occasione, di parlarne al governo e alle istituzioni italiane. Non è una questione politica, ma di istruzione e formazione. Il nocciolo principale è l’educazione e non ha niente a che fare con la Destra e la Sinistra, con i Repubblicani e i Democratici.

Mi dedico da anni a studiare, ad approfondire e a sperimentare le metodologie di apprendimento: il mio obiettivo principale è l’alfabetizzazione mentale: ogni bambino deve imparare come funziona il cervello, come sviluppare le abilità e la creatività. Ogni bambino sa usare i colori, sa disegnare, sa immaginare, sa creare … aiutiamolo a non perdere queste qualità!

Mi sembra evidente che l’utilizzo di questi principi (apprendimento, creatività, ecc.) possa portare benefici in ogni dimensione dell’attività umana. Se chi guida un’azienda, una scuola, un’università o un Paese ha una chiara comprensione del mind mapping e delle tecniche di apprendimento e di memorizzazione, questo porterà grandi benefici: maggiore efficienza, maggiori capacità decisionali e un migliore coordinamento. Lavoro, in tutto il mondo, per creare una grande community di giovani menti brillanti, capaci di immaginare e di realizzare nuove idee.

 

Un’ultima domanda: che cos’è il “Butterfly Universal Project”?

Lei è un tipo ben informato eh? (sorride). Nelle mie conferenze in giro per il mondo mi capita di incontrare, spesso, persone con una mente ristretta, condizionata da insegnamenti rigidi e convenzionali; questi insegnamenti portano i ragazzi a fare ragionamenti errati e limitanti su loro stessi e sulle loro possibilità.

L’iniziativa “Butterfly Universal” è un movimento mondiale per l’alfabetizzazione mentale, si concentra su come “Imparare a imparare” e mira a raggiungere oltre 1 miliardo di bambini in tutto il mondo. La visione è quella di ispirare i giovani, attraverso le metodologie del mind mapping e dell’apprendimento rapido, a liberare il loro genio!

Il processo di alfabetizzazione mentale consente loro di diventare consapevoli dei loro talenti e delle loro possibilità, di apprendere le tecniche di mapping, di apprendimento e di memorizzazione per realizzare i loro progetti più sfidanti. Il nome del progetto, “Butterfly Universal”, è una metafora per mostrare che anche una mente rigida e poco ispirata, come un bruco strisciante, può trasformarsi in una splendida farfalla colorata come la mente di uno scienziato o un artista.

Grazie Tony, per la sua cortesia e disponibilità.

 

 

————  [Dietro le quinte] —————-

Ero in fila con diversi altri giornalisti e blogger interessati ad intervistare Buzan e la responsabile dell’organizzazione ci ha esortato a fare solo 3 o 4 brevi domande ognuno. Ho cercato di riordinare le idee e, per essere più incisivo, ho appuntato quattro domande sul mio taccuino.

Quando sono entrato, Tony mi ha chiesto chi fossi e per quale blog scrivessi. Appena si è accorto che avevo annotato le mie domande in modo lineare, ha preso il mio taccuino e, con uno sguardo scherzoso e un po’ contrariato, mi ha domandato “What is this?”. Io, allora, ho girato velocemente pagina e, in pochi istanti, ho tracciato una veloce mappa con gli argomenti di cui volevo parlare: è scoppiato a ridere e ha detto: “Ok, let’s start”.

Mappe Mentali, Mind map, Tony Buzan

 

—  [Triste epilogo] —

La mattina del 13 aprile 2019, Tony Buzan ci ha lasciato. Era stato ricoverato al “John Radcliffe Hospital” (Oxford) a causa di un arresto cardiaco.

È stato un brillante speaker, un genio innovativo nell’ideazione delle Mind Maps, un instancabile comunicatore nel diffondere il pensiero creativo e, soprattutto, una persona squisita.  Per me è stato un vero privilegio incontrarlo e apprezzare, oltre alle sue abilità professionali, anche le sue splendide qualità umane. 

Grazie di tutto Mr. Tony …