A conclusione di un breve intervento formativo, desideravo lasciare ai partecipanti uno schema riassuntivo del percorso svolto insieme. Li ho stimolati, quindi, a redigere un elenco, pratico e sintetico, degli elementi chiave utili a lavorare meglio in gruppo.
Il risultato, emerso tra proposte, riflessioni e battute divertenti, ha assunto questa forma e mi fa piacere condividerlo anche con te.
Vediamo, allora, questi otto suggerimenti.
1.Obiettivi chiari
Se il gruppo non conosce gli obiettivi da raggiungere, è quasi impossibile che ottenga qualche risultato. Sì, lo so che il paradosso di Borel sostiene che anche un scimmia, digitando a caso delle lettere su una tastiera, per un tempo sufficientemente lungo, possa scrivere qualcosa di molto simile alla Divina Commedia, ma questo non c’entra con il nostro discorso (e una scimmia, comunque, non è un gruppo).
È importante, quindi, confrontarti con le persone che lavorano con te, per condividere una definizione chiara degli obiettivi, concreti e misurabili, che intendete raggiungere nel mese, nel trimestre, ecc.
2. Comunicazione autentica
In ambienti pervasi dalla critica, nessuno si sente libero di condividere idee e proposte. Nel tuo gruppo, invece, impegnati per creare un clima di ascolto sereno, in cui ognuno abbia un tempo (magari scandito da una “clessidra”) per dare il proprio contributo.
Se è opportuno, puoi “stimolare” i più riservati (“Ci piacerebbe sapere cosa ne pensi di questo progetto …“) e “contenere” i logorroici (“Hai già condiviso le tue osservazioni, adesso vogliamo sentire il parere di qualcun altro …“).
3. Valorizzazione delle idee
Quando i partecipanti condividono proposte e idee, è importante ascoltare con attenzione e porre eventuali domande per comprendere meglio. Spesso, davanti a nuove idee, tendiamo ad irrigidirci (o a chiuderci); è fondamentale, invece, domandarci: “Che cosa c’è di interessante in questa proposta?“. I gruppi più produttivi annotano tutte le idee emerse e si riservano, in un secondo momento, di selezionare le più promettenti.
4. Impegno costante
Se il clima del gruppo è sereno, e gli obiettivi sono chiari e condivisi, le persone partecipano con maggior impegno. Quando vedono che le loro proposte vengono ascoltate e (con gli opportuni miglioramenti) attuate, dedicano tempo e attenzione alle attività e si prendono la responsabilità di realizzarle. L’ascolto e la valorizzazione delle idee sono elementi cruciali per stimolare la partecipazione attiva e la motivazione.
5. Leadership diffusa
“La leadership non è una prerogativa di pochi personaggi carismatici” – affermano Jim Kouzes e Barry Posner nel libro The Leadership Challenge – “È un processo che le persone comuni utilizzano quando tirano fuori il meglio da sé e dagli altri. Abbiamo scoperto che le persone sono in grado di fare cose straordinarie, quando liberano il proprio leader interiore”.
Nei gruppi più efficienti, oltre al leader “ufficiale”, ci sono diverse persone che, a seconda delle fasi di lavoro del team, prendono l’iniziativa, sostengono e incoraggiano gli altri.
6. Fiducia Reciproca
Patrick Lencioni, nel libro “La guerra nel team”, definisce la fiducia come “la serena aspettativa che le intenzioni dei colleghi siano buone e che non c’è motivo di stare sulla difensiva”. Niente male, no? Mantenere ciò che promettiamo, essere affidabili e costanti nell’impegno sono semplici comportamenti che favoriscono la costruzione della fiducia reciproca. A livello fisiologico, la fiducia è associata alla presenza di ossitocina, un ormone che il cervello produce in presenza di accudimento (la mamma che allatta il figlio) o di interazioni sociali positive.
7. Sfrutta il potenziale
“Il tutto non è mai uguale alla somma delle parti” -afferma Chuck Noll, storico allenatore della squadra di football dei Pittsburgh Steeler – “è sempre minore o maggiore, a seconda di come riescono a collaborare i suoi membri “. In molto gruppi di lavoro il risultato ottenuto è minore di quello potenziale …
Per sfruttare, al meglio, le abilità del team, è importante rafforzare la fiducia, riconoscere i comportamenti virtuosi e proporre attività sfidanti.
8. Ottimismo e divertimento
Essere ottimisti non significa descrivere un bicchiere come “mezzo pieno” (invece che “mezzo vuoto”), ma essere capaci di considerare il lato migliore delle persone e delle situazioni (senza ignorare, comunque, gli aspetti negativi).
Martin Seligman, Direttore del “Centro di Psicologia Positiva” Università della Pennsylvania, ha evidenziato, con le sue ricerche, che l’ottimismo può essere appreso e sviluppato. La persona, o il gruppo, ottimista lavora meglio, ha una maggiore “tolleranza” alle frustrazioni e una notevole tenacia nel conseguire i risultati che si è prefissato.
Crea delle occasioni per festeggiare i traguardi del tuo gruppo, per condividere momenti di convivialità, per sorridere, con leggerezza, degli eventi e delle situazioni che il team sta vivendo.
Bene, mi auguro che questi suggerimenti possano esserti utili per migliorare il clima di lavoro e i risultati del tuo gruppo.
Ok, se sei arrivato a leggere fin qui, vuol dire che sei davvero interessato 😉 allora ti regalo l’infografica di questo post: puoi scaricarla da qui