“Il futuro non è il presente parte seconda” con questa frase Tim Hurson, formatore e amico, ha cominciato il suo speech, The shock of the possible, al TEDx Maastricht nel 2011.
La citazione completa è: “Iniziamo a comprendere, per la prima volta, che il futuro non è il presente parte seconda, ma qualcosa di profondamente diverso, qualcosa che richiede un cambiamento radicale”.
Trovo questo concetto molto illuminante e profetico (detto 12 anni fa); la realtà, sociale, economica, lavorativa, cambia molto velocemente e, per tenere il passo, non possiamo fare a meno di un approccio creativo.
In questo articolo vorrei condividere con te alcune riflessioni sul “Pensiero Creativo”, mostrarti quali vantaggi può portare nel tuo ambito personale e professionale e darti alcuni suggerimenti per svilupparlo.
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Che cos’è il “Pensiero Creativo”?
Cominciamo con il chiarire che cosa intendiamo per Pensiero Creativo (senza perderci in elucubrazioni lunghe e complicate). Se cerchiamo su un vocabolario troviamo:
- Pensiero: capacità di pensare, l’attività con cui l’uomo acquista coscienza di sé e della realtà che lo circonda; l’attività di riflettere contrapposta all’azione.
- Creativo: relativo alla creazione, capacità di creare opere d’arte e d’ingegno.
Il Pensiero Creativo, in parole semplici, è la capacità di percepire la realtà che ci circonda e di creare, grazie al nostro pensiero, delle “opere” che prima non esistevano.
Mi piace molto questa definizione della Commission on Creativity and Education dell’Università di Durham (GB): “Il pensiero creativo è un processo attraverso il quale la conoscenza, l'intuizione e le abilità vengono applicate per immaginare, esprimere o realizzare qualcosa di nuovo o di originale (in quel contesto). Il pensiero creativo è presente in tutti gli ambiti della vita.”
Ci sono due aspetti che trovo molto interessanti: il primo è che il pensiero creativo coinvolge conoscenze, intuizioni e abilità, il secondo che è presente in tutti gli ambiti della nostra vita.
Bill Lucas, Guy Claxton e Ellen Spencer, ricercatori presso il Center for Real-World Learning (Università di Winchester), hanno individuato cinque “abitudini mentali creative” che caratterizzano le persone con uno spiccato pensiero creativo:
- Curiosità: propensione a fare domande, esplorare, indagare, mettere in discussione le ipotesi;
- Persistenza: affrontare le difficoltà, procedere nonostante l’incertezza, osare;
- Immaginazione: giocare con le possibilità, usare l'intuizione, creare collegamenti insoliti;
- Collaborazione: cooperare in modo appropriato, dare e ricevere feedback;
- Disciplina: sviluppare tecniche e strumenti, riflettere, elaborare e migliorare.
A che cosa serve il pensiero creativo
Conosci la storia di Muhammad Yunus, il docente di Economia che ha rivoluzionato il mondo dei prestiti bancari?
Nel 1974 il Bangladesh è colpito da una grave carestia e Yunus, all’epoca, dirige il Dipartimento di Economia dell’Università di Chittagong. Ogni giorno, andando al lavoro, incontra decine di mendicanti che chiedono l’elemosina. Si rende conto che per risolvere una miseria così grave e diffusa non può bastare qualche gesto sporadico di carità.
Analizza la situazione, va a visitare i quartieri e i villaggi più poveri, parla con le persone e scopre che molte di loro (soprattutto donne) hanno delle buone idee “imprenditoriali” per aprire una piccola attività agricola, commerciale o artigianale, ma nessuna banca concede loro un prestito (a causa della mancanza di garanzie).
Muhammad ha un’idea “folle”: chiede alla Janata Bank, la banca locale, un prestito di 10.000 taka (circa 300 dollari) e lo suddivide in tanti piccoli prestiti per le famiglie povere del villaggio di Jobra (la banca, ovviamente, pretende che il professore garantisca personalmente per quel prestito). Il risultato è sorprendente: la stragrande maggioranza dei micro-prestiti concessi, sulla fiducia, alle famiglie povere viene restituita con gli interessi.
Con il supporto di alcuni istituti bancari locali, il professor Yunus, nel 1976, fonda la Grameen Bank (Grameen, in lingua bengali, significa “villaggio”) e comincia a concedere prestiti ai poveri basandosi non sulla solvibilità, ma sulla fiducia. Il progetto prende piede e sempre più persone cambiano vita grazie al micro credito, il tasso dei rimborso dei prestiti è del 98-99% (percentuale che non viene mai raggiunta dalle banche tradizionali). Le idee di Muhammad si diffondono in tutto il mondo e lui, nel 2006, vince il Premio Nobel per la Pace.
Questa storia, di creatività e di umanità, ci aiuta a comprendere che il pensiero creativo ci sprona a riorganizzare le nostre conoscenze, a generare idee originali e a risolvere problemi complessi.
Il pensiero creativo, forse lo ha notato, ci aiuta a vedere le cose da prospettive diverse. Quando ci troviamo di fronte a un problema, tendiamo ad affrontarlo seguendo (quasi) sempre lo stesso approccio, ma questo raramente ci porta a una soluzione apprezzabile. Imparare a pensare in modo più creativo ci aiuta a superare le abitudini, a guardare il problema da nuove angolazioni, a cercare opportunità interessanti anche nelle circostanze più difficili.
In una realtà lavorativa “liquida” e in continua evoluzione, poi, attivare il pensiero creativo ci consente di generare un ampio ventaglio di idee innovative e originali. Saper ideare tante alternative ci permette di trovare soluzioni a cui nessun altro ha pensato e di distinguerci (dai competitors).
Un altro “effetto collaterale” del pensiero creativo è che ci aiuta a vivere giorni più soddisfacenti e appaganti. Analizzare le situazioni da più punti di vista e pensare in modo “divergente” ci mettono in grado di fare scelte più informate e di prendere decisioni più adatte alle nostre esigenze e ai nostri obiettivi. Generare diverse alternative, inoltre, ci consente di trovare nuove opportunità e di sperimentare “cose nuove”, rendendo la nostra vita, personale e professionale, più interessante e gratificante.
Se ti trovi, poi, a guidare un gruppo, pensare in modo creativo rappresenta un grande vantaggio in termini di leadership. Ti aiuta a creare un ambiente di lavoro collaborativo e stimolante, in cui le persone si sentono libere di condividere idee e riflessioni. Un approccio creativo, inoltre, incoraggia tutti i membri a pensare fuori dagli schemi e a proporre progetti innovativi.
Il pensiero creativo può essere declinato, ovviamente, anche in base al contesto: nell’ambito tecnologico, ad esempio, è utile per sviluppare nuove tecnologie e realizzare nuovi prodotti; nel design consente di creare soluzioni di progettazione innovative e originali; in un’ottica imprenditoriale il pensiero creativo è fondamentale per identificare opportunità di mercato e lanciare nuovi servizi; nei contesti educativi consente di realizzare eventi e percorsi formativi efficaci e divertenti.
Edward De Bono, uno dei maggiori esperti di creatività, sosteneva che: “Il pensiero creativo dà potere alle persone aggiungendo forza alle loro capacità naturali, consente di migliorare il lavoro di squadra, la produttività e, in molti casi, i profitti.”
Come sviluppare il pensiero creativo
Il pensiero creativo, come abbiamo visto, è prezioso, nei diversi contesti, per risolvere i problemi, per migliorare le soluzioni esistenti e per creare nuove opportunità.
L’aspetto interessante, e molto incoraggiante, è che si tratta di una abilità, questo significa che il pensiero creativo può essere sviluppato e migliorato attraverso la formazione e l’allenamento. Alcuni semplici esercizi svolti con costanza, come vedremo tra poco, sono già sufficienti per potenziarlo.
Per praticità, ho raggruppato alcuni consigli in tre ambiti: personale, relazionale e professionale.
Ambito Personale
Supera la routine
Il nostro cervello è abitudinario, quando impara a fare qualcosa, lo fa sempre allo stesso modo. Questo consente di “risparmiare” energia, ma rischia di cristallizzare il modo di pensare. Sorprendi il tuo cervello con comportamenti inusuali. Cambia qualcosa nella tua colazione, sostituisci il caffè con il tè o con un succo di frutta, se di solito mangi cibi dolci, prova con qualcosa di salato, ecc. Basta una volta alla settimana per arricchire le tue percezioni (e stimolare nuove connessioni neuronali).
Cambia strada per andare al lavoro o in palestra, fai la spesa in un nuovo mercato o supermercato, scopri qualche nuovo ristorante, insomma, introduci, ogni settimana, qualche novità.
Domandati: “Che cosa potrei fare in modo diverso (nelle mie attività quotidiane)?”
Fai volare la tua mente
Dedica 3-4 minuti a lasciar vagare la mente (mind wandering). Lo so che ci hanno sempre detto che “fantasticare ad occhi aperti” è tempo sprecato, ma recenti studi hanno evidenziato il contrario. Geraint Wiggins, ad esempio, nel 2014 ha rilevato che le aree del cervello attive durante il mind wandering (corteccia cingolata posteriore, corteccia prefrontale mediale, ecc.) sono le stesse che vengono coinvolte durante il processo creativo (quando ai partecipanti, ad esempio, era chiesto di inventare una storia partendo da una lista di parole).
Allenarti a sognare ti aiuta a comprendere meglio i tuoi desideri, ti permette di allargare i confini della realtà e di acquisire nuove prospettive.
Fare questo esercizio, ogni giorno, è più semplice di quanto pensi: basta lasciare libera la tua mente quando guidi, o mentre sei in treno o in metropolitana, ecc. Ti accorgerai, presto, che ti diventerà più facile creare collegamenti insoliti e generare nuove idee.
Domandati: “Come posso lasciar vagare la mia mente ogni giorno?”
Sperimenta ciò che ti appassiona (anche se ancora non lo sai)
Le persone più creative che conosco intraprendono sempre nuove avventure, ecco perché suggerisco anche te di sperimentare nuove opportunità. Puoi cominciare a leggere libri, ascoltare canzoni o guardare film, di genere diverso rispetto a quelli a cui sei abituato. Poi puoi iscriverti a corsi in ambiti distanti da ciò di cui ti occupi (cucina, scultura, giardinaggio, lavorazione del legno, ecc.).
Divertiti ad imparare qualcosa di nuovo ogni giorno, una parola in una lingua straniera, un accordo musicale, una nuova ricetta, ecc. Fare ciò che ti piace (o che ti incuriosisce) stimola il divertimento e la passione che sono degli ingredienti importanti del pensiero creativo.
Domandati: “Che cosa posso fare di appassionante, oggi?”
Ambito Relazionale
Circondati di persone creative
Lorenzo De’ Medici, come sai, aveva riunito alla sua corte artisti, poeti, filantropi, scienziati, filosofi, finanzieri e architetti per creare un luogo di dialogo, di confronto interdisciplinare e di contaminazioni creative. Non è un caso che il Rinascimento, epoca di grandi innovazioni, sia nato proprio in quegli anni a Firenze.
Confrontarti e interagire con persone creative e brillanti stimola il tuo pensiero e la tua immaginazione, e può fornirti nuove prospettive sui problemi e su come affrontarli. La condivisione di conoscenze e di esperienze, inoltre, favorisce un apprendimento continuo e stimola la crescita personale e professionale. Nei gruppi creativi le persone tendono a pensare fuori dagli schemi, a porre domande interessanti, e questo ti sprona a superare le convinzioni solite e a considerare prospettive inusuali.
Domandati: “Quali sono, tra i miei contratti, le persone più creative con cui potrei confrontarmi?”, “Quali occasioni di confronto potrei creare (cene, escursioni, visite a musei, ecc.)?”
Coltiva emozioni positive
Un ottimo modo per stimolare il pensiero creativo è alimentare emozioni positive. Diverse ricerche hanno evidenziato che quando ti concentri su emozioni positive (come la gioia, l'amore, l’altruismo, la gratitudine, ecc.), i tuoi livelli di creatività aumentano. Questo “mood positivo”, complice il rilascio di dopamina, stimola una maggiore fluidità del pensiero e l’esplorazione di nuove idee.
Impegnati a coltivare le emozioni positive: prenditi del tempo per apprezzare ciò che hai di bello nelle tue giornate, dedicati ad attività che ti portano gioia, pratica la gratitudine.
Domandati: “Che cosa posso fare per rendere questa giornata particolarmente felice?”
Dedica del tempo all'esplorazione creativa
Prenditi del tempo per essere creativo. È vero che le idee migliori ci posso sorprendere in qualsiasi momento, ma bisogna preparare loro il terreno. Pablo Picasso diceva: “Non so quando arriverà l’ispirazione, quello che so è che quando arriverà mi troverà che sto dipingendo …”. Riserva del tempo, nella tua agenda, da dedicare all’ideazione creativa. Puoi passeggiare, mettere una musica di sottofondo, iniziare a scrivere di getto (free writing), l’importante è che ti focalizzi sulla sfida che stai affrontando e che annoti tutte le idee che ti vengono in mente. Può sembrarti banale, forse, ma ho sperimentato più volte che c'è qualcosa di speciale (e di magico) nel dedicare del tempo ad esplorare creativamente una situazione. Emergono, molto spesso, collegamenti inaspettati e possibilità molto interessanti.
Domandati: “Come potrei affrontare, più creativamente, questa situazione?”
Ambito Professionale
Poniti domande (divergenti)
Le domande sono un elemento cruciale del processo creativo, consentono di fare riflessioni e approfondimenti (non sempre considerati) e di aprire la mente a nuove prospettive. Tieni presente che non esistono domande giuste o sbagliate: tutte sono uno strumento per espandere il pensiero e la creatività. Nella mia esperienza ho notato che le migliori sono quelle profonde, di cui non conosci la risposta, perché ti spingono ad esplorare nuovi ambiti e nuovi concetti.
Come ammoniva Platone, comunque, è sempre meglio “rispondere a una domanda in otto modi diversi che rispondere nello stesso modo a otto diverse domande”.
Domandati: “Come possiamo raddoppiare il numero di nuove idee che il nostro team genera ogni settimana?”
Discuti le idee con il tuo team
Anche l’idea che ti sembra perfetta, può essere migliorata e perfezionata dal gruppo. Presentarla la tuo team, ascoltare i loro feedback, rispondere alle loro domande è uno stimolo molto importante. Gli innovatori più brillanti sono abituati a far “rimbalzare” le idee all’interno del gruppo, ad accogliere critiche e suggerimenti, a sperimentare modifiche e alternative, finché non sono soddisfatti dei progressi ottenuti.
Domanda al team: “Quali modifiche potremmo fare a questa idea per renderla ancora più efficace ed innovativa?”, “Come possiamo migliorare questo progetto affinché abbia un impatto significativo sul prossimo decennio nel nostro settore?”
Mantieni una mente aperta
Quando abbiamo un’idea, e ancor più quando l’idea ce la propone qualcun altro, la nostra prima reazione è: “No, non si può fare!”. Allenare la mente ad essere flessibile significa essere aperti a nuove idee, essere disposti a considerare diverse prospettive, accogliere riflessioni e proposte diverse dalle nostre. Sei hai una mente aperta sei in grado di adattarti meglio a situazioni difficili e sei più propenso a riconoscere le opportunità. Ho notato che le persone più creative temono meno il fallimento, sono più disponibili a sperimentare e riescono a vedere delle possibilità dove altri vedono solo ostacoli.
Domandati: “Che cosa c’è di interessante, o di utile, in questa proposta (che, a prima vista, sembra folle)?”
Come applicare il pensiero creativo in pratica
Ogni nostra attività, personale o professionale, può essere “illuminata” dal pensiero creativo; vediamo, ad esempio, come progettare un piano editoriale per un blog (idea nata durante una chiacchierata con alcuni amici).
Un piano editoriale, immagino che tu lo sappia, è uno strumento per ideare, strutturare e realizzare una serie di contenuti da pubblicare tramite diversi canali (blog, social media, newsletter, ecc.)
Per prima cosa dobbiamo riflettere su chi desideriamo raggiungere e tracciare un profilo delle “personas”. Uno sguardo creativo ci sprona a domandarci: “Chi utilizza, in modo diretto o indiretto, il nostro prodotto o servizio?”. Se ci occupiamo di prodotti per l’infanzia, ad esempio, non dobbiamo pensare solo ai genitori, ma anche a chi si prende cura dei bambini (nonni, baby sitter, ecc.), chi trascorre del tempo con loro (educatori, allenatori sportivi, ecc.).
Possiamo analizzare, poi, quali sono le motivazione che ci spingono a comunicare. La prima idea che ci viene in mente è quella di promuovere e vendere i nostri prodotti e servizi, ma ampliando la prospettiva possiamo chiederci: “Quali altre finalità può avere la nostra comunicazione?”. Potrebbero essere quelle di creare e posizionare il nostro brand, di diffondere una “cultura” relativa all’utilizzo dei nostri prodotti, di aumentare la nostra riconoscibilità e autorevolezza, di acquisire nuovi clienti (lead generation), di portare traffico verso le landing page dei nostri servizi, ecc.
Il passo successivo è individuare i canali sui quali pubblicare: “Quali social sono più adatti alla nostra comunicazione?”, “Dove si trovano i nostri clienti?”, ecc. Sceglieremo, quindi, tra le piattaforme di content discovery, che consentono di essere conosciuti (come Instagram, TikTok, Facebook, ecc.), quella più adatta al nostro brand, per pubblicare messaggi brevi e accattivanti. Tra le piattaforme di content consumption, che consentono di apprezzare l’approfondimento e la qualità, (come Linkedin, YouTube, i podcast, ecc.), sceglieremo quella più consona per proporre contenuti più lunghi e articolati.
Per quanto riguarda il formato dei contenuti domandiamoci: “Quali formati sono più adatti per veicolare il nostro messaggio?”. Oltre agli articoli, prendiamo in considerazione foto, stories, infografiche, mappe mentali, audio, video, interviste, ecc.
Divertiamoci, a questo punto, a delineare i contenuti dei nostri messaggi chiedendoci: “Quali categorie di argomenti interessano e incuriosiscono di più il nostro pubblico?” Tra le categorie più promettenti possiamo elencare storytelling (best practice, dietro le quinte, ecc.), strumenti (strategie, template, “trucchi”, casi di studio, ecc.), coinvolgimento (sondaggi, giochi, ecc.), riprova sociale (testimonianze, premi, interviste in radio e tv, ecc.), ecc.
Bene, mi auguro che queste riflessioni ti abbiano incuriosito e che i suggerimenti pratici ti abbiano fatto venire voglia di applicare il pensiero creativo alle tue attività quotidiane.
Se sei curioso di saperne di più, puoi iscriverti al mio webinar (gratuito) “Sblocca la tua creatività con il pensiero creativo” che terrò mercoledì 1 marzo alle 18:15