Le migliori idee, quando e come ci vengono?

Idee

La situazione è questa: sono impegnato in un’attività (guido, passeggio, nuoto, ecc.), non sto pensando a niente e, all’improvviso, mi arriva una buona idea. Magari ho anche le mani occupate (sto cucinando, facendo giardinaggio, ecc.) e faccio fatica ad annotarla, questa idea, prima che “sfugga”.

È successo anche a te?

Non preoccuparti, non c’è niente di strano, né di misterioso: la psicologia cognitiva e le neuroscienze hanno evidenziato che esistono alcune circostanze che facilitano intuizioni e idee.

Ti va di scoprire quando e dove le idee più creative si fanno strada nella nostra mente?

Quando vengono le idee migliori

Intervistando persone particolarmente creative, o durante i miei corsi, domando sempre: “In quali circostanze ti vengono le idee più creative?”. Le risposte, nella maggior parte dei casi, coinvolgono queste situazioni:

Durante le attività ripetitive (jogging, guidare, lavare i piatti, ecc.)
Quando facciamo qualcosa di automatico, come passeggiare, correre, guidare o anche lavare i piatti, il corpo è impegnato in un‘attività ripetitiva e la mente è libera di vagare.

Se pratichiamo attività fisica, come nuotare o fare una passeggiata, o semplicemente siamo sotto la doccia, il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore che favorisce il pensiero creativo. In tutte queste situazioni si attiva, nella corteccia cerebrale, il “default network“, un sistema che entra in funzione quando non siamo focalizzati su compiti specifici, e questo permette di riorganizzare le informazioni e di stabilire nuove connessioni.

Prima di addormentarci o subito dopo il risveglio
Il nostro cervello, nel passaggio tra il sonno e la veglia, si trova in uno stato particolarmente fertile. Questo stato ha anche un nome divertente (almeno secondo me): stato ipnagogico, prima di dormire e stato ipnopompico subito dopo il risveglio. In questi momenti, la razionalità è meno rigida, immagini ed emozioni inconsce si sovrappongono e possiamo accedere, così, a collegamenti inconsueti. Alcuni scienziati e artisti (come Einstein, Dalí, Edison, ecc.) sfruttavano questo stato di transizione in modo consapevole per “provocare” intuizioni originali.

Dopo un periodo di “incubazione” del problema
Quando affrontiamo una situazione complessa, dopo aver raccolto dati e informazioni, ci arrovelliamo per ore, o per giorni, per trovare una soluzione efficace. Ma più ci concentriamo e meno troviamo idee interessanti. Se ci concediamo una pausa, facciamo una passeggiata o due chiacchiere con un amico, spesso arriva una buona intuizione (“Aha moment”) che consente di risolvere, in modo eccellente, il problema.

A volte, un po’ di pressione, per una scadenza che si avvicina, può funzionare da catalizzatore e stimolarci a trovare soluzioni rapide e creative.


Dove vengono le migliori idee

Il filosofo Ludwig Wittgenstein, diceva, con un po’ di ironia, che le idee migliori vengono nei luoghi che cominciano la lettera “B”: bed (letto), bus (autobus), bath (bagno).

In mezzo alla natura
Ti sarai accorto che una passeggiata in un parco, in riva al mare (o lungo un fiume), aiuta a scaricare lo stress e a stimolare la mente. La ricerca “Creativity in the wild”, svolta da Ruth Atchley, David Strayer e Paul Atchley presso l’Università del Kansas, ha dimostrato che quattro giorni di immersione nella natura (disconnessi dalla tecnologia), aumentano le prestazioni in un compito creativo e di problem solving di circa il 50% (ne parlavo nell’episodio “Ricaricare la tua creatività: camminate, meditazione e relax” del podcast).

Se vuoi potenziare le tue abilità creative, allora, impegnati a trovare, nelle tue giornate, il tempo per una passeggiata in riva al mare, o in riva al lago, in un bosco, insomma dove vuoi: l’importante è che ti immergi nella natura e che ti scolleghi dalla tecnologia.

In un bar (con il giusto rumore di fondo)
Il brusio di un pub o di un bar, con quel sottofondo di chiacchiere e rumori, è un’ottimo stimolo sensoriale per il pensiero creativo. Forse ti sembra strano, ma Ravi Mehta, docente di Business Administration all’Università dell’Illinois, nel 2012, ha realizzato una serie di esperimenti proprio su questi aspetti. La sua ricerca, “Is Noise Always Bad? Exploring the Effects of Ambient Noise on Creative Cognition”, ha evidenziato che un rumore di sottofondo di circa 70 decibel, tipico di una caffetteria (o di una televisione accesa nella stanza a fianco), migliora le performance del pensiero creativo.

L’ho sperimentato spesso … anche a mio rischio. Qualche tempo fa ero all’aeroporto di Bologna, per un viaggio di lavoro. Avevamo più di un’ora prima dell’imbarco: due mie colleghe sono andate al Duty free (ma io non l’ho mai scritto …) e io ho tirato fuori il pc per scrivere un articolo. Il brusio mi ha aiutato a concentrarmi e mi sono letteralmente immerso nella scrittura. Credo di aver perso la cognizione del tempo perché, ad un certo punto, una collega, tutta trafelata, mi ha avvertito che il nostro gate era aperto e già avevano cominciato ad imbarcare … quindi sfruttare il brusio è un’ottima cosa, ma non dimenticare di tenere d’occhio l’orologio.

In un ambiente nuovo (o ricco di stimoli)
Viaggiare, esplorare nuovi luoghi e culture, stimola la creatività. Quando siamo in ambienti diversi da quelli abituali, la mente percepisce in modo più ampio, con maggior attenzione, si libera dai vincoli e inizia a pensare fuori dagli schemi.

Adam Galinsky, docente alla Columbia Business School, è autore di numerosi studi sulla connessione tra creatività e viaggi. Sostiene che: “Le esperienze all’estero aumentano sia la flessibilità cognitiva sia la profondità e del pensiero, rendono più facile creare connessioni profonde tra forme disparate“. La flessibilità cognitiva è la capacità della mente di saltare tra idee diverse, una componente chiave della creatività.

Prova ad arricchire i tuoi spazi di lavoro: inserisci foto, lavagne con schizzi, oggetti creativi, insomma, cose che ti ispirano.

Concludendo

Le migliori idee non nascono dal nulla, né per caso: arrivano quando siamo rilassati, quando la mente ha il tempo di “vagare” e quando abbiamo raccolto informazioni e dati per risolvere il nostro problema. 

I posti “ideali” per avere buone idee sono quelli rasserenanti, con suoni e rumori moderati, che permettono alla mente di vagare alla ricerca di connessioni inusuali.

Qualche suggerimento utile può essere:

-> alternare momenti di concentrazione intensa a pause rilassanti;
-> frequentare
ambienti insoliti e stimolanti;
-> dare alla mente il tempo di
processare le informazioni;
-> fare un giro nella
natura, per godere di un po’ di tranquillità e relax.